Assemblea Nazionale 14 ottobre 2011
La crisi viaggia più veloce della capacità di decisione dei governi e delle strutture internazionali che ai arrogano il diritto di indicare la strada da compiere. È come se volessero profetizzare ciò che è già successo. Non sanno dove stia andando il corso dell’economia né quello della Storia, ma tutti i giorni pontificano il mantenimento di uno status quo che non esiste più. La Storia sembra un po’ come i neutrini. Tutti li facevano un po’ più lenti della luce e loro, invece, vanno un po’ più veloci. Che irriverenti! Non si adeguano all’ordine conosciuto e rassicurante prodotto da una rivoluzione generale che piano piano si è istituzionalizzata facendosi ordine immutabile. Un po’ come tutte le rivoluzioni che, se non sono permanenti, diventano più dure delle gabbie che hanno infranto.
Questo sembra il destino della borghesia finanziaria che ha stravolto ogni cosa portando la produzione di denaro per mezzo di denaro a livelli impensabili (dieci, venti volte e più l’intero saper fare di tutta l’umanità e delle sue fantascientifiche apparecchiature) e che ora sembra essere travolta dalla velocità e potenza della sua stessa invenzione.
Per trovare il nuovo sentiero da percorrere, oggi, bisogna saper ritrovare negli occhi delle persone la ragione del fare. È per le persone, la loro vita, i loro affetti che l’economia dovrebbe girare. Non il contrario. Mettere toppe al sistema significa solo allungare l’agonia e aumentare l’altezza da cui cadremo tutti. Per questo serve un decalogo nuovo, nuove priorità, un modello diverso di vita, politica e società.
Questo risultato, oggi, può essere prodotto dalle stesse persone, attraverso la condivisione, lo sviluppo di consapevolezza, l’organizzazione dell’indignazione, della protesta e della proposta.
Costruiamo le nostre priorità, che sono le priorità della vita, basate su un consumo responsabile, su una produzione compatibile con le altre specie che vivono nel mondo, con le risorse rinnovabili e quelle non rinnovabili, privilegiando una redistribuzione del reddito prodotto che sappia far uscire dall’indigenza la fetta crescente di popolazione che è ricacciata nella povertà, restituendo la dignità di un futuro alle persone. Riduciamo l’orario di lavoro per re-distribuire quello che c’è e continuare a distribuire le risorse necessarie a vivere attraverso il lavoro. Puntiamo ad una formazione permanente perché i cambiamenti odierni obbligano tutti a continuare a studiare per capire in quale mondo viviamo e continuare a poter pensare il futuro. Aboliamo gli eserciti nazionali e riduciamo le spese militari attraverso un esercito europeo che può diventare un’ulteriore garanzia perché l’Euro non sia cancellato e si possa costruire un’Europa politica che renda trasparente e democratico il livello decisionale economico che oggi è in mano ai tecnocrati. Imponiamo nuove regole per i mercati finanziari che tutelino gli investimenti nelle aziende “reali” e penalizzino gli scambi puramente finanziari. Andiamo verso una politica fiscale europea e imponiamo una patrimoniale europea e il ristabilimento della tassa di successione per i patrimoni sopra un milione di euro.
Accanto a questo c’è bisogno di una riforma della politica. C’è bisogno di un cambio di personaggi, di logiche e di modi di stare insieme e di decidere collettivamente. Dobbiamo poter sperimentare e praticare il nuovo che abbiamo già tra le mani e prefigurare quello che vorremmo costruire. Quando la velocità del flusso di comunicazione raggiunge la velocità degli eventi avviene un cortocircuito. La Storia accelera e sfugge alla capacità di determinazione dei potenti. Oggi questo sta avvenendo per la potenzialità della tecnica ma soprattutto per la capacità delle persone di utilizzare e reinterpretare gli spazi che molti vorrebbero relegati solo alla sfera del consumo.
Per questi motivi il 14 ottobre, il giorno prima della giornata mondiale di mobilitazione contro le politiche neoliberiste Net Left si riunisce per discutere e contribuire a riempire di contenuti la giornata di mobilitazione del 15 ottobre.