Lawrence Lessig: “L’idea della net neutrality è la stessa della democrazia”

Per il giurista americano, Internet e democrazia sono collegate. E difendere l’accesso alla rete è una fondamentale battaglia di uguaglianza

(di Philip Di Salvo da www.wired.it del 12 giugno 201)

Il futuro della democrazia sarà una continua battaglia per l’uguaglianza e internet è lo strumento più efficace per ricalibrare la rappresentanza dei cittadini. Parola di Lawrence Lessig, ospite a Milano di Meet the Media Guru Speciat Edition: Future Ways of Living. Per l’uomo di Creative Commons e Code and other Laws of Cyberspace, il futuro dei governi è intrinsecamente legato al ruolo che i cittadini avranno nel dare loro forma e al modo in cui contribuiranno alla loro riforma.

Introdotto da Giovanni Ziccardi, Lessig ha ripercorso le lotte per l’uguaglianza negli Usa, unendo Matin Luther King e la Net Neutrality, denunciando come, anche oggi, la battaglia per l’uguaglianza non possa essere abbandonata, perché il terreno dello scontro è diventata la “corruzione”, non solo economica, del sistema politico e della rappresentanza dei cittadini. A questi temi, Lessig ha dedicato le sue attenzioni di ricerca negli ultimi anni e con le attività di Rootstrikers, da lui lanciata nel 2011.

“In America”, ha spiegato il giurista di Harvard, “diamo per scontato che le campagne politiche siano finanziate privatamente”, ma se si guarda alla partecipazione degli americani ai finanziamenti per le campagne elettorali si nota come i “finanziatori rilevanti”, quelli che donano più di 5mila dollari per sostenere la candidatura di un politico, siano in realtà solo 57mila persone in tutti gli Stati Uniti, circa lo 0,2% della popolazione. Per questo motivo, “il 70% del tempo speso dai politici viene investito nella raccolta fondi” e, di conseguenza, chi viene eletto sarà inevitabilmente incline a rispondere agli interessi di chi ha economicamente reso possibile la sua elezione.

Questo approccio filtrato alla democrazia, dove potenti intermediari hanno in mano le sorti dei candidati, è stato definito Tweedism” da Lessig, espressione coniata sul cognome di William M. Tweed, politico statunitense responsabile di un grande scandalo di corruzione nel 1870. “L’uguaglianza è un problema per la democrazia, anche fuori dagli Usa e su un piano globale”, ha ricordato Lessig a #FutureWays, la due giorni che ha portato a Milano i nomi che hanno costituito Meet the Media Guru negli ultimi anni. A margine del suo talk, abbiamo approfondito con Lawrence Lessig i modi in cui il futuro della democrazia e quello di Internet si somiglino e si intreccino.

“La network neutrality è l’ideale della democrazia, ci spiega Lessig quando gli chiediamo se anche l’accesso a Internet sia una questione di uguaglianza, “è un concetto che prevede non ci siano persone nel mezzo che controllino i contenuti o le applicazioni cui le persone hanno accesso o quello che le persone scelgono”.

“L’idea della democrazia, allo stesso modo, è che i cittadini ottengano quello che hanno scelto”, continua Lessig, “ora, con il Tweedism nel mezzo, si ha esattamente il rifiuto della net neutrality a livello della democrazia. Al momento, negli Usa, proprio perché il sistema politico è corrotto, c’è una legislazione alla House – l’Appropriation Bill, nda – che potrebbe togliere la Net Neutrality alla Fcc e quello potrebbe cambiare profondamente Internet”.

Durante il suo intervento, Lessig ha enfatizzato il ruolo dei cittadini nel spingere per la riforma del sistema politico e le potenzialità del web di contribuire al meccanismo: “se mettiamo in fila cose come Sopa, Pipa, e la fine del Patriot Act vediamo come la net neutrality abbia avuto un impatto decisivo sull’attivismo online, nel rendere Internet migliore a spingere il cambiamento nel sistema”, spiega Lessig.

“E se la rete diventasse ancora più efficace, potremmo avere ancora più impatto per cambiare quel sistema corrotto cui mi riferivo. Il punto è che non dovremmo pensare che Internet possa sostituire un governo rappresentativo, perché la democrazia rappresentativa ha bisogno di Internet per diventare davvero rappresentativa. Internet è la possibilità che abbiamo per riportare al centro quella rappresentanza negata”, ci dice Lawrence Lessig.

Ma come la democrazia, anche internet ha bisogno di essere riformata? Chiediamo a Lessig se le rivelazioni di Snowden non abbiano svelato un lato non-democratico del web o un uso possibile di sorveglianza e controllo: “l’architettura di internet può benissimo essere programmata per sopprimere la libertà e la privacy. Il governo e le aziende hanno interesse a cambiare quella architettura per farlo e dobbiamo aspettarci che lo facciano e proteggerci”, spiega Lessig, “ed è esattamente quello che è successo e le rivelazioni di Snowden lo hanno mostrato chiaramente. Non c’è alcuna natura di internet, dobbiamo decidere che uso farne e cosa Internet possa essere e quali valori debba essere e insistere che questi siano parte di Internet. Se servono leggi per difendere quei principi, va bene”.

Questi temi, e in particolare quello della democrazia, hanno un collante, parlando con Lawrence Lessig: Aaron Swartz e la sua vita spesa per la difesa della openess del web. Un’eredità.“Quello cui Aaron ha dedicato la sua vita è stato cercare di rendere questo un posto migliore, usando Internet. E le battaglie cui si è dedicato, come open access, sorveglianza, privacy e democrazia sono ancora valide e continuano a ispirare quello che faccio”.