Dal Cemento ai Bit, per un un nuovo Welfare delle relazioni

Documento dell'Associazione Netleft su politica ed elezioni, nei ballottaggi del 19 giugno 2016

La scadenza elettorale di questo Giugno dimostra in maniera lampante il duplice processo che sta investendo la società italiana.

Da un lato si evidenzia la destrutturazione delle forme dei poteri che hanno caratterizzato le gestioni politiche degli ultimi 20 anni e la riduzione progressiva della rete di interessi e di tutele che questo sistema ha garantito a pezzi non secondari della società italiana e , dall’altra, l’apertura di una frattura sempre più netta ed esplicita tra i soggetti ancora coperti dalla vecchia rete di garanzie e la massa delle persone espulse e relegate ai margini.

Questa rottura, che sta attraversando sempre più in maniera netta le società occidentali, impone la collocazione in un campo netto per le forze della trasformazione. Non per semplice collocazione difensiva degli interessi degli esclusi, ma per collocazione in quel territorio nel quale la sperimentazione delle nuove forme, sia della politica sia delle forme produttive e sociali, consentono la sperimentazioni di nuove ed avanzate forme di ricomposizione sociale e di progettazione di processi di cambiamento.

In questi mesi abbiamo chiamato questa nostra scelta la Transizione Possibile, la riprogettazione, cioè, di nessi e processi che siano in grado di sfruttare le potenzialità delle innovazioni tecnologiche del digitale per costruire nuove modalità produttive, nuove forme di distribuzione e nuove forme di consumo basate sulle forme delle relazioni, dei processi di condivisione, di co-operazione, di autogestione.

Crediamo, infatti, che la politica di questo secolo possa dispiegare le potenzialità di progettazione di nuove economie, di nuovi prodotti, di nuovi bisogni che rendano compatibile la presenza umana sul nostro pianeta.

Noi di Net Left chiamiamo questa politica il nuovo "Welfare delle Relazioni" che rappresenti la costruzione di una presenza umana che sappia rispettare non solo tutti gli umani, ma sia a garanzia di tutti i viventi e cicli ambientali del pianeta.

Oggi le conoscenze scientifiche e le acquisizioni tecniche consentirebbero la riduzione dell’impronta umana sui cicli di vita e ambientali, e la politica deve scegliere questo nuovo terreno per dispiegare la sua attività.

Nelle ultime elezioni, in particolare, abbiamo lanciato lo slogan: “Dal Cemento al Bit”, pensando che il modello di vita nelle città debba passare dal vecchio modello di sviluppo, basato sul consumo del territorio, sulla speculazione e sulla rendita, ad un modello di riorganizzazione dei flussi decisionali, delle capacità autorganizzative delle persone, sulle produzioni leggere e autoprodotte, sul soddisfacimento di bisogni relazionali e non sul modello di consumo.

In altre parole, su un modello di vita sociale che rompa con le gabbie del vecchio modello produttivistico.

Per questo non possiamo non intervenire anche in questo turno dei ballottaggi. In ogni città va fatta la scelta di campo, analizzare chi si pone da un lato della faglia, in completa continuità con il modello sociale, economico e produttivo che ha governato questi decenni e chi si pone sul terreno della sperimentazione di nuove e più avanzate forme di consapevolezza.

Noi di Net Left non consideriamo le attuali forme e forze politiche all’altezza delle risposte, ma i luoghi non sono neutri e vanno misurati per la loro porosità alle novità e alla sperimentazione.

Per questo motivo, in particolare, crediamo che nei ballottaggi a Napoli, Torino e Roma sia possibile individuare facilmente sia i tratti del continuismo e sia quelli dei processi innovativi. De Magistris, Appendino e Raggi ognuno con le proprie caratteristiche, infatti, rappresentano la possibilità di aprire nelle rispettive città dei laboratori in discontinuità con le gestioni passate.

Per questo motivo crediamo di poter dare, in maniera decisa, indicazioni per un voto per questi candidati.

 

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